Oggi questo modo è il più efficace per aiutare le anime di parenti e amici defunti. Tanti lo fanno per dimostrare l’affetto, l’amore e compressione.
Purgatorio secondo s. Caterina da Genova
La tradizione cristiana formatasi lungo i secoli ha costruito grazie alla persona di Cristo i fondamenti della nostra fede. Con la Resurrezione il credente sa che la morte è l’inizio della vera vita, la vita eterna, anzi è il ritorno alla sorgente di questa vita, cioè il Paradiso. Per questo ogni giorno di vita sulla terra, dobbiamo rispondere con fede, cioè vivendo nell’amore di Dio e del prossimo osservando il Decalogo nell’Amore. Come spiega in modo del tutto sufficiente il Catechismo della Chiesa Cattolica: senza la fede è impossibile essere graditi a Dio” e condividere la condizione di suoi figli, nessuno può essere mai giustificato senza di essa e nessuno conseguirà la vita eterna se non “persevererà in essa sino alla fine” (CCC, 161).
La vita moderna ci fa dimenticare che dopo la morte dobbiamo prima passare attraverso il giudizio delle nostre azioni terrene. La valutazione di questa vita riguarda nel primo luogo il valore di tutte le nostre azioni, compiute nel momento, alla base del Decalogo e del concetto nel Nome di Dio. È un’auto giudizio del tutto obiettivo. In un secondo luogo il giudizio riguarda le posizioni gerarchiche oppure sociali ricoperte nella società civile. Anche in questa fase il giudizio sarà del tutto imparziale. Davanti al Cospetto di Dio non ci sarà possibile trovare le scuse, spiegazioni, giustificazioni oppure l’opportunità di scaricare le colpe agli ‘altri ma saremmo nella perfetta verità.
Quindi: “(…) Credo nello Spirito Santo, nella Santa Chiesa Cattolica, nella comunione dei santi, nel perdono dei peccati, nella risurrezione della carne e nella vita eterna”.
Nell’aspirazione alla “vita eterna” al momento della morte, troviamo il più delle volte il purgatorio come l’area della nostra vita temporanea, soggetta alla purificazione dalle trasgressioni terrene contro il bene e contro il decalogo. Tuttavia, la grande solidarietà di questo mondo con l’altro nasce dalla suddetta Composizione Apostolica. La solidarietà del mondo terreno con il mondo dei morti è poi molto chiara e ampiamente illuminata nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC, 955-962; 2634-2636). Si parla dell’unità della Chiesa Trina ed Unica, cioè della comunità di tutti i fedeli cristiani:
1 – pellegrini sulla terra,
2 – i defunti sottoposti alla purificazione del purgatorio,
3 – e coloro che godono della felicità del cielo (Santi).
La conseguenza di questa solidarietà sta nella possibilità di portare aiuto reciproco. I teologi della Chiesa ci incoraggiano a pregare per le anime dei defunti, perché nel periodo di purificazione della nostra anima dai peccati, essa non può sottrarsi, perché è in un periodo di passività (Purgatorio). D’altra parte, il nostro amore reciproco per il prossimo e le preghiere-petizioni a Dio che ne scaturiscono possono aiutare molto (carità che si trova spesso nelle pagine del Vangelo).
Il nostro aiuto alle anime del Purgatorio è molto più efficace se ci uniamo alla preghiera attraverso santi proclamati, beati, persone stigmatiche che hanno rivelato i loro interessi particolari, come, ad esempio, papa Gregorio Magno. È noto da quindici secoli che con il cosiddetto “Le messe di s. Gregorio” con la fonte della loro efficacia nei meriti di San Gregorio I, che li organizzò per la prima volta nel 575 d.C.
Si ispirò a 3 monete d’oro ritrovate sul letto dopo la sua morte presso il monaco Giusto del tempio benedettino di Roma. Per un confratello che faceva voto di povertà era una grande offesa (un peccato grave) avere queste monete. Il priore in questo monastero era a quel tempo Gregorio, il futuro papa. Il priore Gregorio, ordinò preghiere quotidiane per l’anima del defunto Justus. Dopo 30 giorni di continue preghiere dei fratelli religiosi e di celebrazioni sante messe per lui, Justus apparve a uno dei religiosi e lo ringraziò per queste preghiere, affermando che le preghiere di 30 giorni lo aiutarono a lasciare il Purgatorio. E sarà così fino alla fine del mondo.
Da quel avvertimento di Justus le Messe Gregoriane sono diventate particolarmente efficaci nell’aiutare le anime del Purgatorio perché riducono il tempo dei tormenti e liberano le anime da “colpa e punizione”. 30 messe gregoriane celebrato per 30 giorni consecutivi (non possono essere interrotte) aiutano istantaneamente le anime a raggiungere rapidamente il Cielo.
Le messe gregoriane sono state rispettate fin dai tempi di papa Gregorio Magno, cioè dalla fine del VI secolo. Dalla suddetta considerazione il rango della Messa gregoriana è molto alto. L’importanza di una tale messa viene di nuovo valorizzata dai cristiani preoccupati per i suoi antennati defunti i quali si affrettano di far celebrare 30 messe consecutive dette “gregoriane” per le anime dei famigliari.
Fin dall’inizio, allora, la Chiesa fu fortemente convinta della speciale efficacia del “gregoriano” per i defunti che soffrivano nel purgatorio. Nel 1884 la Congregazione per le Indulgenze della Santa Sede spiegò che «Il gregoriano deve essere considerato razionale e conforme alla fede». Nell’affermare l’importanza autorevolmente alta di queste Messe, noti teologi fanno riferimento al Concilio di Trento (1545-1563), che aveva approvato tutte le pratiche ad esso legate molto prima dalla Tradizione della Chiesa.
Le messe gregoriane sono state quindi celebrate dal VI secolo con varia pietà. Tuttavia, non tutti i teologi, specialmente nell’Europa occidentale, li sostenevano. Così, nel Novecento (nella dichiarazione del Tricenario Gregoriano del 24 febbraio 1967) si confermava l’efficacia delle messe gregoriane celebrate per intercessione di S. Gregorio Magno, il promotore di queste preghiere.
È stato confermato anche il rito che ancora oggi è in vigore durante la celebrazione delle messe gregoriane:
– un ciclo di messe per un’anima (non esiste la messa gregoriana per più di una persona),
– 30 giorni consecutivi senza interruzione,
– non è necessario che ci sia sempre lo stesso sacerdote,
– un’amina defunta – un sacerdote,
Vantaggi di queste messe:
– il perdono dei peccati e delle pene terrestri al defunto,
– liberazione dal purgatorio,
– particolare efficacia nel liberare le anime dei defunti dalla punizione dei peccati.
Le promesse provenivano dalla pratica e dalle informazioni di Justus, che fu la prima persona a trarre grandi benefici da queste preghiere.
Alla luce dei fatti sopra menzionati, si deve concludere che le messe gregoriane forniscono l’aiuto più efficace alle anime dei parrocchiani defunti e sinora dopo quindici secoli sono attese dai nostri defunti.
Tutti noi crediamo che il purgatorio esiste, che è la sofferenza è insopportabile. Noi sulla terra non sappiamo per quanto tempo o che aspetto abbia questa sofferenza nel purgatorio. Può durare fino alla fine del mondo ma noi possiamo abbreviare questi tormenti per anime dei nostri carissimi famigliari o amici defunti.
Alcuni teologi affermano che purificare la sofferenza consiste nel desiderio del bene, di Dio, dello splendore celeste, ma ci sono altri che parlano del fuoco del purgatorio.
Riflettendo su come aiutare nel modo più efficace le anime dei parenti e degli amici defunti, si avverte la necessità di organizzare una serie di messe gregoriane il prima possibile dopo la morte, secondo il rito confermato nella dichiarazione del Tricenario Gregoriano del 24 febbraio 1967.
Per le anime del purgatorio (non sono le messe gregoriane) ad ogni funerale celebrato nella nostra parrocchia viene esposta una cassetta per le offerte per le sante messe in loro suffragio. Ci sono ancora dei defunti per i quai non è stata celebrata nemmeno una s. Messa e sembrano d’essere abbandonati dopo la morte.
L’iniziativa parrocchiale è rivolta a tutti noi che durante la vita abbiamo avuto i defunti come famigliari, amici o semplicemente brave persone che sono state significative nella nostra vita e adesso ci affrettiamo di aiutarli a soffrire nel purgatorio meno possibile.