Cari genitori,
ricordate quando è nato vostro figlio? È stato uno dei giorni più belli della vostra vita. E tu papà con quale trepidazione lo hai preso in braccio per la prima volta?
Gli avete dato un nome. L’avete portato in chiesa per essere battezzato. È entrato a far parte della grande famiglia di Dio. Grazie al battesimo, riconosce Dio come Padre e lo può chiamare: “papino mio caro ”.
Voi l’avete cresciuto con tanto amore e affetto. L’avete nutrito fin dal primo istante della sua vita, prima con il latte materno e poi pian piano con le pappette, i cibi solidi. Che emozione quando per la prima volta ha pronunciato la parola “mm..mm..a”! Sembrava fosse il giorno della laurea!
L’avventura è andata avanti riservando tantissimi momenti di gioia, di trepidazione, non privi di preoccupazioni … Ha fatto i primi passi da solo. È arrivato anche il momento del primo distacco andando a scuola per fare amicizie e imparare cose nuove.
Incontrando Gesù ha fatto anche l’esperienza meravigliosa del perdono, d’essere abbracciato e portato sulle spalle dal buon pastore. Quest’anno doveva per la prima volta essere ammesso alla mensa del Signore. Questo momento così grande è stato spostato! Ma giungerà il momento in cui possa nutrirsi e cibarsi alla mensa del Signore, di Gesù “il pane vivo disceso dal cielo”.
Voi genitori siete i migliori compagni del figlio in questo viaggio. Non esitate a parlargli di Gesù, di leggere insieme il vangelo, di aiutarlo a dialogare con Lui e vi supplico non abbandonatelo davanti alla porta di chiesa ma entrate insieme a pregare e testimoniare a lui la vostra fede.
È un momento importante non solo per lui ma anche per tutta la vostra famiglia. In questa circostanza siete invitati ad essergli vicino con la preghiera, nel raccoglimento e nell’attesa. La vostra guida è indispensabile perché nessuno più di voi conosce nel profondo l’animo del vostro bambino.
Aiutate vostro figlio a dilatare il cuore per accogliere Gesù che due mila anni fa si è accontentato d’una mangiatoia in una stalla; ma questa volta ha scelto di abitare in un cuore puro ed innocente dove trova il calore umano! Il cuore di vostro figlio, ma anche il vostro cuore, perché no?
San Giovanni Maria Vianney insegnava:
Il buon Dio vuole donarsi a noi nel sacramento del suo amore: per questo ci ha donato un desiderio immenso che lui solo può soddisfare…
Accanto a questo bel sacramento, siamo come una persona che muore di sete accanto ad un fiume, quando basterebbe si piegasse per avvicinarsi all’acqua!…
Oppure come una persona che resta povera accanto ad un tesoro, quando sarebbe sufficiente per lei allungare la mano!
Oh! se i cristiani potessero capire le parole di Nostro Signore: «Malgrado la tua miseria, voglio vedere da vicino questa bella anima che ho creato per me. L’ho fatta così grande che solo io posso soddisfare le sue aspirazioni.
L’ho fatta così pura che solo il mio corpo può nutrirla». Figli miei, non c’è nulla di tanto grande ed importante quanto l’Eucaristia!
Paragonate tutte le buone opere del mondo con una comunione fatta bene: appariranno come un granello di polvere rispetto ad una montagna.
Cari genitori quando siete a terra, quando sembra che intorno c’è solo il buio e le tenebre, ecco la preghiera che vi tira su specialmente quando decidete di andare a trovare Gesù eucaristico che vi aspetta per accogliervi, per ascoltarvi e per sollevarvi verso il cielo:
“Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.” (Gv 12,44-46)
Signore Gesù, Tu sei qui, adesso per me. Sei qui e mi aspetti. Mi aspetti perché mi vuoi bene. Ma devo percepire la tua Presenza. A che servirebbe essere qui, davanti a Te, vivente nell’Eucarestia, se non ti cercassi con speranza, se non ti riconoscessi per fede, se non mi accorgessi che “Tu sei lì”? Se non avverto questa tua Presenza, come potrà sorgere in me la preghiera? Se non avverto questa tua Presenza, come potrò incontrarmi con Te, faccia a faccia?
Signore Gesù, rendi certa e forte la mia fede; apri i miei occhi alla tua Luce, apri le mie orecchie all’ascolto delle tue parole di Vita. Solo così sarò sicuro e convinto che Tu sei qui, che mi aspetti, che desideri vedermi e parlarmi.
Tu sei qui, e in questo momento mi guardi; io sono nella luce di questo tuo sguardo, me ne sento avvolto. E’ meraviglioso essere circondato dal tuo sguardo! Tu sei qui e mi aspetti, con tanta pazienza e sempre con amore. Quante lunghe attese….Signore, perdonami! Sarò più attento, più premuroso, più desideroso d’incontrarmi con Te, che sei qui e mi aspetti con immutato amore.
Non potevi, Signore, scegliere niente di più significativo che il pane per rivelarci le intenzioni del tuo Cuore. Il pane è semplicità, il pane è quotidianità, il pane è sazietà, il pane è provvidenza, il pane è per tutti.
Tu hai preso del pane per chiamarlo “tuo Corpo”, Tu hai preso del vino per chiamarlo “tuo Sangue”. Quella sera, di quel giovedì, ribaltò tutto l’ordine delle cose, si chiamò “Santo” perché Tu rivelasti un modo nuovo di amare. Quello di dare la tua stessa Vita, quello di farsi mangiare, quello di diventare sacrificio d’amore. Così, il nostro amare sarà vero solo se anche noi saremo pronti a donarci, con un amore più grande, a coloro che ci amano. Questa Eucaristia diventa così memoria di questo tuo amore più grande, un amore che sa accogliere chiunque e sa condividere la gioia di quel Regno che Tu Signore sei venuto ad annunciare. In quel giovedì santo si compì un miracolo che nessuno avrebbe previsto. I tuoi discepoli, Signore, si erano abituati a vedere i miracoli da Te operati sugli altri, ma ebbero la perplessità a capire che quel pane e quel vino ora erano diventati Te, la tua Presenza, la tua Parola, il tuo Amore, la tua Offerta, la tua Tenerezza. Le parole di quella sera, Gesù, rimarranno nel nostro cuore. “Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo,” “Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue, il sangue della nuova ed eterna alleanza versato per voi. Fate questo in memoria di me”.
IL PANE DELLA VITA
Signore Gesù, Tu sei il Pane vivo, Tu sei il pane di Dio, Tu sei il Pane disceso dal cielo, Tu sei il Pane per essere mio cibo. Quando mi accosto a Te nella comunione, fa’ che comprenda la profondità di questo mistero! Tu sei sempre pronto ad incontrarmi: fa’ che io cammini verso di Te, fa’ che io permetta di essere attratto da Te. Fa’ che ci sia sempre in me un’assoluta disponibilità, perché Tu possa travolgermi con la forza del tuo amore, e da questo mondo condurmi al Padre. Quando vieni a me nella comunione, illuminami per capire che mi sto sottomettendo alla tua azione divina. Donami la capacità di scoprire di essere faccia a faccia con il mistero del tuo amore per me. Fammi comprendere la tua chiamata, quella vocazione personale, ineffabile e misteriosa, a divenire una “cosa sola con Te e il Padre”. Radica in me la convinzione di appartenere a Te, di essere tuo possesso. Conferma in me il tuo dono, il dono completo di Te stesso a me! Si, o Signore, voglio appartenere a Te, così da poter dire con l’apostolo Paolo: “Nono sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”.
Un’abbraccio e puoi fidarci: io prego per te
Don Mario